Romeo u Ġuljetta: Differenza bejn il-verżjonijiet
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[[File:Romeo and Juliet last scene.jpg|thumb|''Romeo e
Sfortunatamente il messaggero del frate non riesce a raggiungere Romeo poiché [[Mantova]] è sotto quarantena per la [[peste]], e Romeo viene a sapere da un suo amico della morte di
Romeo, dopo aver ucciso in duello Paride, che era giunto anche lui nella [[cripta]], e aver guardato teneramente
Quando
Nella scena finale, le due famiglie e il Principe accorrono alla tomba, dove Frate Lorenzo gli rivela l'amore e il matrimonio segreto di Romeo e
<!--[[File:Sothern & Julia Marlowe R&J.jpg|thumb|E.H. Sothern (1859-1933) con Julia Marlowe nel 1904 in ''Romeo e Giulietta'']]-->
== Origini ==
=== Origini classiche ===
Il dramma è soprattutto di ispirazione medievale, nonostante Carol Gesner e J.J. Munro abbiano dimostrato come il motivo sia già presente nella [[letteratura greca]] antica nei ''Babyloniaka'' di [[Giamblico]] e negli ''Ephesiaka'' (''Racconti efesii intorno ad Abracóme e Anzia'') di [[Senofonte Efesio]]. In questo secondo [[romanzo greco|romanzo]] Anzia, una donna separata dal marito a causa della sorte avversa, viene salvata da una banda di ladri di [[tomba|tombe]]. Sopraffatti dall'eroico Perilao, questi pretende da lei di sposarlo per riconoscenza, creando la stessa situazione provocata da Paride in [[William Shakespeare|Shakespeare]]. Disperata, beve una pozione che crede essere veleno, ma che produce, come in
=== Romeo e
I nomi delle due famiglie in lotta erano già noti nel [[XIV secolo|Trecento]], inserite da [[Dante Alighieri|Dante]] nella sua [[Divina Commedia|Commedia]] (''Purgatorio'', VI, 105). Solo i [[Montecchi]] sono originari di [[Verona]], i [[Capuleti]] provengono invece da [[Brescia]], anche se si trovano pure a Verona fino agli anni della permanenza di Dante, nella attuale [[casa di
Una prima struttura della trama si delinea invece nella novella di ''[[Mariotto e Ganozza]]'' di [[Masuccio Salernitano]], composta nel [[1476]] ma ambientata a [[Siena]]. Sia il tono che la trama dell'opera mostrano delle notevoli differenze dall'opera di Shakespeare: Masuccio insiste più volentieri, almeno all'inizio, sull'aspetto erotico e spensierato della loro relazione, ben lontana dall'aspetto di sacralità che acquisterà in seguito. Ganozza trangugia allegramente la pozione (la
[[Luigi da Porto]] nella sua ''Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti'', pubblicata nel [[1530]] circa, diede alla storia molto della sua forma moderna, rinominando i giovani Romeus e Giulietta e trasportando l'azione da [[Siena]] a [[Verona]] (città che ai tempi di Da Porto era strategicamente importante per [[Repubblica di Venezia|Venezia]]), all'epoca di [[Bartolomeo della Scala]], nel [[1301]]-[[1304]]. Nella trama sono già presenti elementi chiave come la rissa, la morte di un cugino dell’amata perpetrata da Romeo, il bando dalla città di quest’ultimo e la tragica fine di entrambi. Da Porto trovò forse ispirazione dalla visione delle due [[Castelli di Romeo e Giulietta|rocche scaligere]] presenti a [[Montecchio Maggiore]], che appaiono in contrapposizione tra loro. Inoltre nel suo racconto paiono rispecchiarsi vicende autobiografiche, ovvero il suo amore con [[Lucina Savorgnan]], nel contesto delle [[faida|faide]] fra famiglie nobili in [[Friuli]]<ref>Albino Comelli e Francesca Tesei, Giulietta e Romeo: l’origine friulana del mito, L’Autore Libri, Firenze 2006.</ref>.
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=== La rielaborazione shakespeariana ===
La modifica sostanziale che [[William Shakespeare|Shakespeare]] introdusse nella vicenda, più che le azioni e i fatti, riguarda la moralità e il significato assegnato alla storia. Gli amanti «sfortunati e disonesti» descritti da [[Arthur Brooke|Brooke]] diventarono personaggi [[archetipo|archetipici]] dell'amore [[tragedia|tragico]], riflettendo allo stesso tempo la crisi del mondo culturale e sociale dell'epoca, in cui il Principe e la Chiesa non riescono più ad imporre l'ordine (materiale e spirituale). Nella versione di Boaistiau ancora si condannava apertamente l'unione tra Romeo e
[[Shakespeare]] arricchì e trasformò stilisticamente la trama in modo più intenso con le vivide caratterizzazioni dei personaggi minori, tra cui Benvolio, cugino di Romeo e vicino al Principe, nelle funzioni di testimone della tragedia, la nutrice (appena accennata da Brooke) che rappresenta un momento di comica leggerezza, e infine [[Mercuzio]], creatura shakespeariana di straordinaria potenzialità drammatica e figura emblematica, che incarna l'amore [[Dionisio|dionisiaco]] e vede la donna solo nel suo aspetto più immediatamente materiale. Romeo rivela però una concezione più alta, che innalza
In Shakespeare il [[Teatro#Tempi teatrali|tempo rappresentato]] si comprime al massimo, aumentando così l'effetto drammatico. La vicenda, originariamente della durata di nove mesi, si svolge in pochi giorni, da una domenica mattina di luglio alla successiva notte del giovedì. Il percorso drammaturgico si brucia in una sorta di [[Sacrificio|rito sacrificale]], con i due giovanissimi protagonisti travolti dagli avvenimenti, e (come scrive [[Silvano Sabbadini]] in una sua introduzione all'opera) dall'impossibilità di un passaggio all'età adulta, alla maturazione.
Nonostante la diversità di impostazione, nel ''Romeo e
Al tempo in cui il Bardo di [[Stratford-upon-Avon|Stratford]] iniziava la sua carriera drammaturgica, la storia dei due amanti infelici aveva ormai fatto il giro dell'[[Europa]], riempiendo non solo le librerie ma anche gli arazzi delle case. Il Brooke stesso ci parlava già, trent'anni prima dell'esordio di Shakespeare, dell'esistenza di un famoso dramma sull'argomento, non specificandone però l'autore. La popolarità di questo protodramma, anche se non ci sono pervenuti copioni né adattamenti, induce facilmente a pensare che molti autori minori avessero già messo in scena la storia un gran numero di volte prima che Shakespeare si cimentasse con la propria versione.
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Nel primo caso, quello in cui ci si riferisca al terremoto che colpì Londra nel [[1580]], la data sarebbe prematura, perché porterebbe la composizione al [[1591]], anno precedente all'attività letteraria di Shakespeare, iniziata non prima della chiusura dei teatri da parte della City nel [[1593]]. Più adatto cronologicamente sarebbe il riferimento di Sidney Thomas al terremoto europeo del [[1584]], ma il fatto che la scossa fosse avvertita in modo molto intenso tra le Alpi come afferma Sarah Dodson non avrebbe aggiunto colore locale alla tragedia, non potendo il pubblico inglese disporre di informazioni di prima mano su Verona, città di cui lo stesso Shakespeare avrebbe avuto solo una conoscenza indiretta e sommaria attraverso opere scritte, ma probabilmente non italiane.
Per fare più luce sulla data di composizione è utile tenere in considerazione il lasso di tempo che intercorre tra il [[1594]] (la riapertura dei teatri) e il [[1597]], data della stampa non autorizzata del cattivo in-quarto (si veda sotto). Gibson e altri notano comunque che prima del [[1597]] l'opera era già stata rappresentata, e che prima di mettere in scena qualsiasi rappresentazione occorrono diversi mesi di prove e di preparazione. Tale considerazione porterebbe la data al [[1596]] circa. Una data che si situa tra il 1594 e il 1596 sarebbe confortata dall'esame di opere stilisticamente affini a ''Romeo e
Ambedue le commedie attingono abbondantemente al poema di Brooke, e ne ''I Due Gentiluomini di Verona'' sono già contenute molte situazioni rivisitate in Romeo e
Nei primi mesi del [[1597]] l'opera è per la prima volta data alle stampe da John Danter ed Edward Allde in una edizione fraudolenta: è frutto di una ricostruzione mnemonica di qualche attore che ha partecipato alla rappresentazione probabilmente con l'aiuto di uno stenografo. Secondo H. P. Hoppe, Danter, in seguito alla stampa non autorizzata di un altro testo (''Jesus Psalter'') subirà la distruzione della sua tipografia tra il 9 febbraio e il 27 marzo dello stesso anno.
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=== Traduzioni italiane ===
* ''Romeo e
* ''Romeo e Giulietta'', a cura di [[Salvatore Quasimodo]]. Mondadori, Milano 1949.
* ''Romeo e Giulietta'', a cura di [[Cesare Vico Lodovici]]. Einaudi, Torino 1950.
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