Romeo u Ġuljetta: Differenza bejn il-verżjonijiet

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GiuliettaPerò dovrebbeĠuljetta peròtlett sposarsiijiem treoħra giornigħandha dopotiżżewweġ conlil Paride.
FratePatri LorenzoLawrenz, espertoespert infil-ħxejjex erbe medicamentosemediċinali, jagħti a'l GiuliettaĠuljetta una pozione che la porterà a una morte apparente per quarantadue ore. Nel frattempo il frate manda un messaggero a informare Romeo affinché egli la possa raggiungere al suo risveglio e fuggire da [[Verona]].
 
[[File:Romeo and Juliet last scene.jpg|thumb|''Romeo e GiuliettaĠuljetta (Atto V, scena III)'', Incisione di P. Simon da un dipinto di J. Northcode]]
 
Sfortunatamente il messaggero del frate non riesce a raggiungere Romeo poiché [[Mantova]] è sotto quarantena per la [[peste]], e Romeo viene a sapere da un suo amico della morte di GiuliettaĠuljetta. Romeo disperato si procura un [[veleno]] ([[arsenico]]), torna a Verona in segreto e si inoltra nella cripta dei Capuleti, determinato ad unirsi a GiuliettaĠuljetta nella morte.
 
Romeo, dopo aver ucciso in duello Paride, che era giunto anche lui nella [[cripta]], e aver guardato teneramente GiuliettaĠuljetta un'ultima volta, si avvelena pronunciando la famosa battuta "E così con un bacio io muoio" (Atto 5 scena III).
 
Quando GiuliettaĠuljetta si sveglia, trovando l'amante e Paride morti accanto a lei, si trafigge con il [[pugnale]] di Romeo.
 
Nella scena finale, le due famiglie e il Principe accorrono alla tomba, dove Frate Lorenzo gli rivela l'amore e il matrimonio segreto di Romeo e GiuliettaĠuljetta. Le due famiglie, come anticipato nel prologo, sono riconciliate dal sangue dei loro figli e pongono fine alla loro guerra.
 
<!--[[File:Sothern & Julia Marlowe R&J.jpg|thumb|E.H. Sothern (1859-1933) con Julia Marlowe nel 1904 in ''Romeo e Giulietta'']]-->
== Origini ==
=== Origini classiche ===
Il dramma è soprattutto di ispirazione medievale, nonostante Carol Gesner e J.J. Munro abbiano dimostrato come il motivo sia già presente nella [[letteratura greca]] antica nei ''Babyloniaka'' di [[Giamblico]] e negli ''Ephesiaka'' (''Racconti efesii intorno ad Abracóme e Anzia'') di [[Senofonte Efesio]]. In questo secondo [[romanzo greco|romanzo]] Anzia, una donna separata dal marito a causa della sorte avversa, viene salvata da una banda di ladri di [[tomba|tombe]]. Sopraffatti dall'eroico Perilao, questi pretende da lei di sposarlo per riconoscenza, creando la stessa situazione provocata da Paride in [[William Shakespeare|Shakespeare]]. Disperata, beve una pozione che crede essere veleno, ma che produce, come in GiuliettaĠuljetta solo uno stato letargico. Risvegliatasi, è tratta in salvo dagli stessi tombaroli con i quali parte per altre avventure fantastiche.
 
=== Romeo e GiuliettaĠuljetta nella letteratura italiana ===
I nomi delle due famiglie in lotta erano già noti nel [[XIV secolo|Trecento]], inserite da [[Dante Alighieri|Dante]] nella sua [[Divina Commedia|Commedia]] (''Purgatorio'', VI, 105). Solo i [[Montecchi]] sono originari di [[Verona]], i [[Capuleti]] provengono invece da [[Brescia]], anche se si trovano pure a Verona fino agli anni della permanenza di Dante, nella attuale [[casa di GiuliettaĠuljetta]], dove, tra l'altro, la loro presenza è testimoniata dallo stemma del cappello sulla chiave di volta dell'arco di entrata al cortile dell'edificio duecentesco<ref>M. Carrara. ''Gli Scaligeri''. Verona, 1964. pp. 136-137</ref>. Non ci sono notizie di lotte tra Capuleti e Montecchi, mentre questi ultimi hanno portato avanti per molto tempo una lotta sanguinosa contro i guelfi. Le notizie sui Montecchi vengono dopo che furono banditi dalla città da [[Cangrande della Scala]], dopo aver tentato un complotto contro di lui<ref>G. Solinas. ''Storia di Verona''. Verona, Centro Rinascita, 1981. pp.256-292</ref>. Il contesto storico in Dante non fa riferimento alle vicende dell'amore contrariato tra gli amanti di queste famiglie, che non vi appaiono, ma parla delle due famiglie, commiserandole, dato che erano famiglie «già tristi».
 
Una prima struttura della trama si delinea invece nella novella di ''[[Mariotto e Ganozza]]'' di [[Masuccio Salernitano]], composta nel [[1476]] ma ambientata a [[Siena]]. Sia il tono che la trama dell'opera mostrano delle notevoli differenze dall'opera di Shakespeare: Masuccio insiste più volentieri, almeno all'inizio, sull'aspetto erotico e spensierato della loro relazione, ben lontana dall'aspetto di sacralità che acquisterà in seguito. Ganozza trangugia allegramente la pozione (la GiuliettaĠuljetta di Shakespeare berrà il narcotico con terrore, e da quei suoi versi usciranno dei presagi sinistri della catastrofe che seguirà di lì a poco). L'ambientazione di Masuccio è molto più solare, mediterranea, priva dell'atmosfera [[gotico|gotica]] [[letteratura inglese|anglosassone]], e la morte di Tebaldo - qui scaduto a un ignoto "onorevole cittadino" - è effetto (non immediato) di una bastonata assestatagli da Mariotto in seguito ad un'animata discussione. Non vi è ancora nessun duello, né un [[Mercuzio]].
 
[[Luigi da Porto]] nella sua ''Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti'', pubblicata nel [[1530]] circa, diede alla storia molto della sua forma moderna, rinominando i giovani Romeus e Giulietta e trasportando l'azione da [[Siena]] a [[Verona]] (città che ai tempi di Da Porto era strategicamente importante per [[Repubblica di Venezia|Venezia]]), all'epoca di [[Bartolomeo della Scala]], nel [[1301]]-[[1304]]. Nella trama sono già presenti elementi chiave come la rissa, la morte di un cugino dell’amata perpetrata da Romeo, il bando dalla città di quest’ultimo e la tragica fine di entrambi. Da Porto trovò forse ispirazione dalla visione delle due [[Castelli di Romeo e Giulietta|rocche scaligere]] presenti a [[Montecchio Maggiore]], che appaiono in contrapposizione tra loro. Inoltre nel suo racconto paiono rispecchiarsi vicende autobiografiche, ovvero il suo amore con [[Lucina Savorgnan]], nel contesto delle [[faida|faide]] fra famiglie nobili in [[Friuli]]<ref>Albino Comelli e Francesca Tesei, Giulietta e Romeo: l’origine friulana del mito, L’Autore Libri, Firenze 2006.</ref>.
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=== La rielaborazione shakespeariana ===
La modifica sostanziale che [[William Shakespeare|Shakespeare]] introdusse nella vicenda, più che le azioni e i fatti, riguarda la moralità e il significato assegnato alla storia. Gli amanti «sfortunati e disonesti» descritti da [[Arthur Brooke|Brooke]] diventarono personaggi [[archetipo|archetipici]] dell'amore [[tragedia|tragico]], riflettendo allo stesso tempo la crisi del mondo culturale e sociale dell'epoca, in cui il Principe e la Chiesa non riescono più ad imporre l'ordine (materiale e spirituale). Nella versione di Boaistiau ancora si condannava apertamente l'unione tra Romeo e GiuliettaĠuljetta, colpevoli di avere ascoltato i loro istinti voltando le spalle ai sentimenti delle loro famiglie e l'ordine [[società (sociologia)|sociale]] a cui tutti debbono conformarsi.
 
[[Shakespeare]] arricchì e trasformò stilisticamente la trama in modo più intenso con le vivide caratterizzazioni dei personaggi minori, tra cui Benvolio, cugino di Romeo e vicino al Principe, nelle funzioni di testimone della tragedia, la nutrice (appena accennata da Brooke) che rappresenta un momento di comica leggerezza, e infine [[Mercuzio]], creatura shakespeariana di straordinaria potenzialità drammatica e figura emblematica, che incarna l'amore [[Dionisio|dionisiaco]] e vede la donna solo nel suo aspetto più immediatamente materiale. Romeo rivela però una concezione più alta, che innalza GiuliettaĠuljetta oltre la pura materialità dell'amore.
 
In Shakespeare il [[Teatro#Tempi teatrali|tempo rappresentato]] si comprime al massimo, aumentando così l'effetto drammatico. La vicenda, originariamente della durata di nove mesi, si svolge in pochi giorni, da una domenica mattina di luglio alla successiva notte del giovedì. Il percorso drammaturgico si brucia in una sorta di [[Sacrificio|rito sacrificale]], con i due giovanissimi protagonisti travolti dagli avvenimenti, e (come scrive [[Silvano Sabbadini]] in una sua introduzione all'opera) dall'impossibilità di un passaggio all'età adulta, alla maturazione.
 
Nonostante la diversità di impostazione, nel ''Romeo e GiuliettaĠuljetta'' shakespeariano è possibile ravvisare citazioni quasi letterali da Brooke, che sembrano dimostrare come prima della composizione il Bardo di Avon dovesse conoscere il poema quasi a memoria. Ma vi sono anche influenze dirette da altri autori, seppure in misura minore: oltre ad echi del già citato ''Palace of Pleasure'' vi sono anche quelli del ''Troilo e Criseide'' di [[Geoffrey Chaucer]], che il Nostro doveva conoscere molto bene, derivati a loro volta dal ''Filostrato'' [[Boccaccio|boccaccesco]] che Shakespeare sembra però non avere mai letto.
 
Al tempo in cui il Bardo di [[Stratford-upon-Avon|Stratford]] iniziava la sua carriera drammaturgica, la storia dei due amanti infelici aveva ormai fatto il giro dell'[[Europa]], riempiendo non solo le librerie ma anche gli arazzi delle case. Il Brooke stesso ci parlava già, trent'anni prima dell'esordio di Shakespeare, dell'esistenza di un famoso dramma sull'argomento, non specificandone però l'autore. La popolarità di questo protodramma, anche se non ci sono pervenuti copioni né adattamenti, induce facilmente a pensare che molti autori minori avessero già messo in scena la storia un gran numero di volte prima che Shakespeare si cimentasse con la propria versione.
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Nel primo caso, quello in cui ci si riferisca al terremoto che colpì Londra nel [[1580]], la data sarebbe prematura, perché porterebbe la composizione al [[1591]], anno precedente all'attività letteraria di Shakespeare, iniziata non prima della chiusura dei teatri da parte della City nel [[1593]]. Più adatto cronologicamente sarebbe il riferimento di Sidney Thomas al terremoto europeo del [[1584]], ma il fatto che la scossa fosse avvertita in modo molto intenso tra le Alpi come afferma Sarah Dodson non avrebbe aggiunto colore locale alla tragedia, non potendo il pubblico inglese disporre di informazioni di prima mano su Verona, città di cui lo stesso Shakespeare avrebbe avuto solo una conoscenza indiretta e sommaria attraverso opere scritte, ma probabilmente non italiane.
 
Per fare più luce sulla data di composizione è utile tenere in considerazione il lasso di tempo che intercorre tra il [[1594]] (la riapertura dei teatri) e il [[1597]], data della stampa non autorizzata del cattivo in-quarto (si veda sotto). Gibson e altri notano comunque che prima del [[1597]] l'opera era già stata rappresentata, e che prima di mettere in scena qualsiasi rappresentazione occorrono diversi mesi di prove e di preparazione. Tale considerazione porterebbe la data al [[1596]] circa. Una data che si situa tra il 1594 e il 1596 sarebbe confortata dall'esame di opere stilisticamente affini a ''Romeo e GiuliettaĠuljetta''. ''[[I due gentiluomini di Verona (Shakespeare)|I due gentiluomini di Verona]]'', (che C. Leech attribuisce al 1593-1594) e ''[[La commedia degli errori]]'' che probabilmente la precedette di poco.
 
Ambedue le commedie attingono abbondantemente al poema di Brooke, e ne ''I Due Gentiluomini di Verona'' sono già contenute molte situazioni rivisitate in Romeo e GiuliettaĠuljetta: Valentino raggiunge la finestra dell'amata con una scala di corda, il padre di Silvia vuole sposarla contro la sua volontà a uno sciatto pretendente, Thurio, Valentino è bandito da Verona e si rifugia a Mantova, compare perfino un frate di nome Lorenzo accanto a Frate Patrizio, ecc. Secondo i critici ''I Due Gentiluomini'' sarebbe il passo decisivo verso ''Romeo e GiuliettaĠuljetta'', essendo ragionevole supporre che Shakespeare si cimentasse in una versione drammatica del poema di Brooke solo dopo avere tastato il terreno con una versione comica.
 
Nei primi mesi del [[1597]] l'opera è per la prima volta data alle stampe da John Danter ed Edward Allde in una edizione fraudolenta: è frutto di una ricostruzione mnemonica di qualche attore che ha partecipato alla rappresentazione probabilmente con l'aiuto di uno stenografo. Secondo H. P. Hoppe, Danter, in seguito alla stampa non autorizzata di un altro testo (''Jesus Psalter'') subirà la distruzione della sua tipografia tra il 9 febbraio e il 27 marzo dello stesso anno.
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=== Traduzioni italiane ===
* ''Romeo e GuliettaGiulietta'', a cura di C. Chiarini. Sansoni, Firenze, 1942.
* ''Romeo e Giulietta'', a cura di [[Salvatore Quasimodo]]. Mondadori, Milano 1949.
* ''Romeo e Giulietta'', a cura di [[Cesare Vico Lodovici]]. Einaudi, Torino 1950.